Periodico di informazione della sezione di Siena – giugno 2025
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LA NOSTRA ASSEMBLEA DI PRIMAVERA, UN’OCCASIONE PER STARE TUTTI INSIEME
di Federico Martelli e Lucia Pagano
Come è stata presentata, preparata, ed organizzata l’assemblea?
La segreteria dell’Unione ha curato la parte di comunicazione per far venire i soci a questo evento, tramite l’invio di una lettera per posta e di una mail per posta elettronica. L’assemblea è stata inoltre presentata da Lucia a tutti i soci, poiché insieme a Federico hanno chiamato per invitare tutti i soci di UICI Siena in questo giorno. 
Quando si è svolta l’assemblea?
La mattina di Sabato 12 Aprile 2025 alle ore 9:30.
Dove è stata fatta l’assemblea?
Presso i locali dell’Associazione sportiva “Le Bollicine” ad Ampugnano al Circolo ARCI Archimede in via del Formicolaio n. 2 a Sovicille. I soci che hanno chiesto di essere accompagnati, sono stati aiutati per venire e poi tornare a casa, una volta conclusa l’assemblea.
Chi ci ha accolti quel giorno?
Siamo stati salutati ed accolti dalla presidente delle Bollicine, aiutata da altri ragazzi e famiglie dell’associazione. Poi c’erano anche Martina, Iolanda, Gianmarco, Samantha e Alessandro da Firenze.
Che cosa è stato fatto alla riunione?
Durante la riunione sono stati letti ed approvati i documenti preparati dal consiglio e dalla segreteria, la relazione delle attività dell’ultimo anno ed il bilancio dell’associazione. Inoltre in questa assemblea è stato votato un nuovo consiglio che si prenderà cura di UICI Siena.
Quali e quante persone erano presenti?
Erano presenti poco meno di trenta soci in sala ed una decina online. Era presente Adoriano Corradetti, un consigliere nazionale, che ha condotto per tutto il tempo l’assemblea ed è stato molto calmo e gentile. La nostra socia Giulia Stefania poi ha fatto la vicepresidente e ci è piaciuta parecchio.
Come era organizzata la sala e il seggio?
La stanza in cui abbiamo fatto l’assemblea e quella in cui siamo andati a votare erano vicine, molto facili da raggiungere, senza scale e barriere.
Quali soci sono stati eletti per ricoprire una carica per i prossimi cinque anni?
Sono stati eletti nel nostro consiglio Lucia Pecorelli, Erminio Varricchio, Elena Ferroni, Marco Mancianti e Lorena Bandini. A tutti loro auguriamo un buon lavoro e li aiuteremo sempre!
Cosa c’era per pranzo?
Per pranzo abbiamo cominciato con l’aperitivo, schiacciatine ed olive ascolane deliziose portate dal consigliere Adoriano. Poi antipasto con crostini con cipolle caramellate e fegatini. La pasta erano maltagliati al ragù bianco, come secondo il filetto di maiale e le patate, il dolce le fragole con la panna e il caffè.
Chi ha curato il pranzo?
Il pranzo è stato cucinato e servito dai volontari e dalle famiglie dell’Associazione “Le Bollicine”, era tutto buonissimo, ci siamo trovati proprio bene e speriamo che possano accoglierci ancora. E’ stata proprio una bella assemblea di primavera tutti insieme.
ARRAMPICATA SPORTIVA, COPPA DEL MONDO DI SALT LAKE CITY: 1 ORO E 1 ARGENTO
PER L’ITALIA
NEGLI STATI UNITI, SUCCESSO PER NADIA BREDICE NELLA B1, SECONDO POSTO PER
LUCIA CAPOVILLA NELLA AU2
Fonte: Ufficio Stampa Comitato Italiano Paralimpico
(https://www.comitatoparalimpico.it/comunicazione/attivita/notizie/item/arrampicata-sportiva-coppa-del-mondo-di-salt-lake-city-1-oro-e-1-argento-per-l-italia.html)
Un oro e un argento, per gli azzurri, nella tappa di Coppa del Mondo di para climbing di Salt Lake City. Nadia Bredice, col supporto della guida blind Sonia Cipriani, ha conquistato il primo gradino del podio nella categoria B1,distanziando l’inseguitrice slovena e quella giapponese. Altra medaglia merita quella di Lucia Capovilla nella categoria AU2: l’atleta veneta cede il gradino
più alto alla francese Piret, ma ha la meglio sull’americana Rubin, a pari punteggio, ma con un piazzamento peggiore in qualifica.
Un pizzico di delusione per David Kammerer (AL2), che non riesce ad andare oltre alla presa 35, e si piazza al 5° posto. Elisa Martin (RP3) mantiene il 4° posto delle qualifiche, non riuscendo a scalare posizioni in graduatoria, e resta così ai piedi delpodio. Per la Nazionale FASI, quindi, un inizio roseo che fa ben sperare per il prosieguo del circuito iridato.
BULLISMO E DISABILITA’, SI PUÒ INTERVENIRE?
di Antonio Garosi e Elena Ferroni
Una volta finita la lezione di italiano Paolo si fece forza e uscì in corridoio, l’intervallo durava solo quindici minuti ma per lui il tempo si dilatava a dismisura e quei minuti sembravano non finire mai.
Cercò un angolino dove mangiucchiarsi il panino al prosciutto in pace, da subito tutto sembrò procedere secondo i suoi piani, di tanto in tanto qualche ragazza di un anno più piccola di lui lo salutava uscendo dalla classe prima e sfrecciando via veloce per non perdersi nemmeno uno di quei minuti di relax. Tutto precipitò quando decise di andare in bagno e si avviò lentamente sfiorando il muro con la mano sinistra. Una scarpa si materializzò davanti al suo piede destro e lui barcollò, si poggiò al muro mentre con la mano destra stringeva la busta con il panino, per quella volta aveva evitato di cadere! Si fermò e riconobbe la risatina alle sue spalle e la voce dell’altro compagno che diceva: “Lascialo stare, hai rischiato di farlo cadere” con finta benevolenza.
Paolo ascoltò attentamente, volgendosi a destra e a sinistra sperava con tutto se stesso che ci fosse un’insegnante nei paraggi, ma come tutti i santi giorni all’ora di colazione erano tutte a prendersi un buon caffè caldo. Così lui era in balia dei due ragazzacci di terza che non vedevano l’ora di fargli un bello scherzetto. Gli chiesero se voleva andare in bagno, si offrirono di accompagnarlo, si figuriamoci, così avrebbero approfittato come la volta scorsa per bagnargli i pantaloni facendo sembrare che si fosse fatto la pipì addosso. Sapeva esattamente cosa fare, sarebbe dovuto rimanere lì fermo ad aspettare il suono della campanella e solo dopo quando tutti gli altri sarebbero rientrati in classe avrebbe potuto andare in bagno e poi rientrare con qualche minuto di ritardo e sorbirsi magari anche il rimprovero del professore di matematica, come sempre! Ma tanto valeva…non voleva incattivire ancora di più quelli di terza. Aveva paura della loro reazione, inutile insomma raccontare tutto, si rammaricò che tutti facessero finta di nulla, ma lui proprio non poteva cambiare le cose tutto da solo! Ci vedeva poco Paolo ma non era mica uno stupido. Marta malediceva l’influenza, quella stagionale, quella che ogni anno beccava puntuale la sua compagna di scuola, lasciandola nel banco da sola, fin quando c’era lei alle lezioni, non c’era alcun
problema, al suono della campanella della ricreazione prendeva la sua sedia a rotelle e l’accompagnava in corridoio, dove avevano l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con gli altri, persino i maschi delle altre sezioni si fermavano a fare due parole, con l’alito pesante che sapeva di salame che magari si erano ingurgitati velocemente fino a due minuti prima, ma a lei non importava, a lei bastava potersi fare la ricreazione decentemente, come tutti gli altri. Con la compagna di banco attenta a tutte le sue esigenze. Quella mattina al contrario sarebbe stato difficile spostarsi dal banco, anche se lo avesse fatto da sola, avrebbe dovuto superare una fila di banchi e le sedie lasciate sparse su tutto il percorso che doveva fare. Allora tanto valeva rimanere al proprio posto, e dire che aveva anche chiamato il suo compagno, l’ultimo che era uscito di corsa dall’aula, ma niente… andava di fretta, gli aveva sentito dire poco prima che doveva arrivare velocemente al bar della scuola altrimenti non avrebbe trovato le cioccolate, erano le prime a finire pochi minuti dopo l’arrivo in massa presso quel piccolo bar di tutti gli studenti.
Si rassegnò Marta, prese il suo zaino, ne trasse faticosamente, ma nemmeno troppo la merendina, ormai sapeva come fare e cominciò a mangiarla lentamente in attesa che gli altri rientrassero. Chiaramente quelli descritti sopra sono personaggi e fatti di pura fantasia, tuttavia non possiamo negare che il problema del bullismo, magari solo quello a livello psicologico tocchi anche chi ha delle
disabilità e non solo chi ad esempio ha problemi di alimentazione oppure di timidezza, per cui non reagisce ai comportamenti sbagliati dei compagni di scuola, o non li blocca o cancella dai social quando riceve delle prese in giro del tutto gratuite.
Anche questi sono solo degli esempi, ma potremo citare tantissimi altri casi, allora, come porre rimedio a queste situazioni? Come muoversi nel caso ci si imbatta in casi simili a quelli descritti? In caso di bullismo ci sono elementi da tenere in conto: la presenza di un prevaricatore e di una vittima, singoli o gruppi e di un contesto indifferente o addirittura rafforzante le dinamiche di violenza,
fisica, verbale o psicologica spesso ripetuta. I primi elementi da scardinare sono l’indifferenza, con un intervento di adulti insegnanti o genitori, di amici compagni di scuola che prendano una posizione diversa e creino una rottura rispetto al contesto. Il passo successivo educativo non è tanto quello di punire il bullo, ma deve avere la mira di creare un contesto formativo per promuovere la capacità di
percezione emozionale dello stato dell’altro ed una familiarità con le differenze, che possono essere di tipo fisico, sessuale, sociale, culturale, legate ad una situazione di disabilità, per non escluderle ma renderle parte di possibilità con cui convivere in armonia. Sono infatti molteplici i fattori contestuali che possono influire sulla manifestazione di fenomeni di bullismo ai danni degli alunni più fragili e con disabilità. In primo luogo, gli insegnanti rappresentano gli attori chiave, sia quando loro stessi perpetuano atti discriminatori, sia quando sottostimano la portata di questi comportamenti, ignorano le loro manifestazioni o non intervengono in modo efficace. A causa degli stereotipi inconsapevolmente introiettati, gli insegnanti potrebbero a volte persino attraverso commenti e comportamenti rafforzare queste manifestazioni, legittimando le gerarchie sociali in classe e promuovendo relazioni sociali basate sulla dipendenza dell’alunno bullizzato dai suoi pari. Anche le dinamiche di classe possono costituire un elemento centrale. Ad esempio, le relazioni gerarchiche tra i pari, basate sullo status e sulla popolarità, sembrerebbero alimentare il bullismo. Allo stesso modo, il rimanere impassibili di fronte a tali atti, il non intervenire apertamente, garantisce riconoscimento sociale al bullo e legittimare future azioni. Al contrario, avere degli amici pronti a supportare il compagno bullizzato e con disabilità, con cui sentirsi al sicuro, può rappresentare un fattore protettivo utile a combattere il bullismo. Per prevenire il bullismo inoltre esistono molteplici opzioni di intervento: interventi che si rivolgono all’intera popolazione scolastica, interventi per i soggetti a rischio, o interventi che coinvolgono coloro che hanno già manifestato comportamenti problematici. Alcuni programmi mirano al potenziamento delle competenze socio-emotive (come autoregolazione delle emozioni ed empatia). Altri si focalizzano sui comportamenti del bullo e della
vittima e sul ruolo degli osservatori passivi. L’UNESCO (2021) offre una serie di indicazioni per prevenire e limitare i fenomeni di bullismo contro gli alunni con disabilità, tra cui interventi sistemici e strutturali, come la formazione e il supporto agli insegnanti, e il coinvolgimento delle famiglie e dell’intera comunità scolastica. Inoltre, si consiglia di creare opportunità di espressione e autodeterminazione per tutti gli alunni, in particolare gli alunni con disabilità, così come di incentivare la loro partecipazione ad attività scolastiche ed extra-scolastiche. La pedagogista tedesca Petra Wagner (2013) è riuscita a condensare i principi operativi di un’educazione libera dai pregiudizi all’interno di quattro obiettivi: 1) il rafforzamento dell’identità individuale di ciascuno, che si traduce nel riconoscimento e nella valorizzazione dell’esperienza e della prospettiva di ogni alunno; 2) il fare esperienza delle differenze, allo scopo di ampliare la conoscenza e di accrescere l’empatia; 3) lo sviluppo di un atteggiamento riflessivo sul tema dell’equità, che vuol dire saper definire i concetti di pregiudizio e discriminazione, riuscire a individuarne le manifestazioni e analizzarle con occhio critico; 4) il diventare soggetti attivi nel contrasto alle ingiustizie e alle discriminazioni. Vanno verso questi obiettivi le proposte operative di sensibilizzazione condotte nelle scuole dall’Anti-Bullying Alliance (n.a. a, b, c): in esse viene analizzato il linguaggio che si utilizza per parlare di disabilità, marginalità, diversità: si decostruiscono i concetti di normalità, così come gli stereotipi associati alle persone con disabilità, diverso orientamento sessuale, diverso status socioeconomico, ripercorrendo la storia della disabilità, della marginalità; si fa riferimento alle esperienze quotidiane
dei bambini e dei ragazzi (ad esempio film, videogiochi, social e giornali); si prevede una molteplicità di attività, la discussione, la realizzazione di materiali, fino alla drammatizzazione. Vengono quindi proposti interventi sistemici, che coinvolgono l’intera comunità scolastica e che promuovono la partecipazione di alunni, insegnanti e ospiti con disabilità. Concludendo, appare necessario rendere il tema del bullismo, degli stereotipi, dei pregiudizi e delle dinamiche di gruppo, parte integrante della formazione degli insegnanti. Per quanto concerne la realizzazione di interventi, oltre alla necessità di attivare proposte ad hoc, in risposta a situazioni critiche che possono verificarsi in alcuni contesti scolastici, risulta anche fondamentale realizzare regolarmente interventi ecologici preventivi, volti alla sensibilizzazione dell’intera comunità scolastica sul tema della disabilità e del bullismo, e garantire opportunità di auto-espressione e partecipazione sociale per tutti gli alunni, valorizzando e rispettando le loro differenti caratteristiche.
UICI E GIUBILEO DELLE PERSONE CON DISABILITA’
di Angela mamma di Andrea.
Sabato 17 Maggio l’UICI di Siena è stata coinvolta attivamente alla Giornata Giubilare delle Persone con disabilità, evento fortemente voluto per l’Arcidiocesi di Siena Colle di Val D’Elsa Montalcino dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice.
Alla Santissima Annunziata e poi al Duomo erano presenti alcuni dei nostri soci con i loro accompagnatori, tra i quali anche un cane guida, e la Presidente della Sezione Lucia Pecorelli ha letto in Braille la prima lettura della liturgia del giorno.
Si è resa così tangibile per la Comunità Cattolica Cristiana di Siena la presenza dell’Associazione come realtà che si occupa delle necessità delle persone non vedenti e ipovedenti.
L’UICI di Siena insieme ad operatori socio-sanitari dei Centri diurni e residenziali e volontari delle diverse Associazioni che nel territorio si occupano di disabilità, ha dato il suo contributo alla riuscita della luminosa giornata.
Le testimonianze di coloro che hanno partecipato riportano la Gioia e il clima di accoglienza che ha caratterizzato la Celebrazione.
Il coraggio e la forza della fede sono stati i temi delle voci dei padri e delle madri che accompagnano e sostengono i loro figli nella malattia e di uomini e donne con diverse storie di disabilità.
In questa giornata giubilare la Parola Speranza si è arricchita di significato ed è diventata vita per i cuori dei pellegrini.
Il cuore di chi era presente si è riempito della “Buona Notizia”.
E una buona notizia, in questi tempi dove le buone notizie passano senza dare loro la giusta risonanza, è che l’UICI di Siena c’era e con lei i cuori di tutti i suoi associati sempre pieni di Speranza.
Almeno lo speriamo!
Grazie.
CARA UNIONE
di Massimo Vita
Cara Unione, ho camminato con te da quando avevo 10 anni e da te, e con te, ho imparato tante cose, positive e negative; con te, sono cresciuto e grazie a te, ho conosciuto persone splendide e anche alcuni personaggi che ti deturpavano e ti deturpano.
Ti ho amata, per la verità, ti amo ancora e per questo, forse troppo spesso, ti ho anteposto alla mia famiglia e a me stesso.
Rifarei tutto ma, non per questa Unione. ho deciso di spedirti questa lettera e renderla pubblica, negli ultimi giorni perchè ho preso atto che il mio impegno non produce gli effetti sperati e mi porta solo disagio e fatica.
Non trovo più il clima di amicizia e condivisione che ho conosciuto in gioventù e spero, che questa mia decisione, per altro irrevocabile, non metta in discussioni amicizie che durano da lungo tempo.
Lascio dunque, ma non smetterò di camminare con i tanti “Compagni d’ombra” con i quali ho condiviso gioie e dolori.
Metterò a disposizione di chi vorrà le mie competenze e certamente vivrò in modo più sereno. rischio la mia serenità e la mia dignità e non voglio farlo.
Da oggi in poi starò vicino a chi vorrà proseguendo con rapporti personali.
Per giungere a questa decisione, ho sofferto; soffro nello stendere questa lettera ma, dopo aver lottato, cercato mediazioni, lanciato appelli mi sono reso conto che non ci sono spazi democratici per risanare e rilanciare te, Cara Unione.
Forse qualcuno mi accuserà di codardia o di tradimento, ma lascio per evitare di mettere a repentaglio la mia serenità e forse, la mia stessa vita.
Lascio per la mia serenità, per dedicarmi alle cose che mi danno gioia come: far crescere la radio, sviluppare il rapporto con i ciechi cubani, collaborare con l’associazione vittime civili di guerra, con l’AUSER, con la misericordia e con tutti quei ciechi che avranno bisogno di me.
Lascio lo scenario nazionale e mi dedicherò alla sezione di Siena o meglio ai ciechi di Siena. Lascio la battaglia nazionale oramai avvitata su se stessa.
Nel lasciare la battaglia nazionale e non volendo più incarichi istituzionali faccio appello, ancora una volta affinchè dentro di Te, Cara Unione, ritorni la concordia e la piena cittadinanza del pluralismo.
Non lascio la tessera per la speranza che qualcosa cambi ma ribadisco il mio impegno per la realtà in cui vivo ma come socio tra i soci e rimarrò lontano dalle cariche associative.
Allora, Cara Unione, lascio per dare un segnale non di resa ma di speranza.
Siena 30 aprile 2025
Referendum: voce diretta della democrazia
di Enza Pipitone
Il referendum rappresenta la massima forma di partecipazione democratica: uno strumento con cui il popolo è chiamato a decidere non per delega, ma in prima persona, con voce chiara e diretta, senza filtri né compromessi. Ogni cittadino diventa protagonista della storia, riprende in mano le redini del proprio destino e si esprime su temi che incidono profondamente sulla vita del Paese.
Dal 1946 al 2022, in Italia si sono svolti complessivamente 73 referendum nazionali, suddivisi in: 67 abrogativi, quattro costituzionali, uno istituzionale e uno consultivo. Sebbene i referendum non siano appuntamenti annuali fissi, la loro frequenza è stata relativamente alta, soprattutto negli anni Settanta e Novanta.
Nel 1974 si tenne la prima consultazione abrogativa, riguardante la legge Fortuna-Baslini che aveva introdotto il divorzio in Italia. In quell’occasione l’affluenza fu dell’87,7% e prevalse il “no” con il 59,3% dei voti. Si trattò di un’affluenza record tra i referendum abrogativi, seconda solo a quella del
referendum istituzionale del 1946 (89,1%).Dal 1974 al 1995, ad eccezione del referendum su caccia e pesticidi del 1990, il quorum fu raggiunto in tutte le altre otto consultazioni. Questa tendenza si è invertita a partire dal referendum del 1997: da allora, fino al 2022, solo quello del 2011 – riguardante la gestione pubblica dell’acqua – ha raggiunto il quorum, con un’affluenza del 54,8% degli aventi diritto. L’8 e il 9 giugno gli elettori italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari in materia di cittadinanza e lavoro, promossi dalla CGIL.
Perché un referendum abrogativo sia valido, l’articolo 75 della Costituzione stabilisce che la proposta oggetto di voto è approvata se partecipa la maggioranza (50% più uno) degli aventi diritto al voto e se si raggiunge la maggioranza dei voti validamente espressi.
Un obiettivo non semplice, considerando che negli ultimi anni la partecipazione alle consultazioni referendarie è marcatamente diminuita, per cause che, secondo gli esperti, sono imputabili a diversi
fattori.
Alcuni sostengono che il frequente ricorso ai referendum sia il sintomo evidente di una politica che abdica al proprio ruolo. In sostanza, quando le forze politiche non riescono a trovare una sintesi o a mediare tra interessi contrapposti, demandano al popolo decisioni complesse, spesso non facilmente accessibili.
L’invito, più o meno esplicito, all’astensione – proveniente da settori influenti – ha poi l’effetto concreto di delegittimare e svilire lo strumento referendario e, di riflesso, la partecipazione democratica. Dietro l’appello all’astensione si cela una strategia evidente: far fallire il quorum per lasciare le cose come stanno.
Si tratta, indubbiamente, di una strategia profondamente antidemocratica, riflesso di una politica che preferisce il silenzio, il rinvio e l’inattività, chiedendo al cittadino di essere spettatore anziché attore. Questo atteggiamento alimenta la sfiducia nelle istituzioni e allontana progressivamente i cittadini dalla vita pubblica. Per affrontare questa crisi della democrazia diretta, negli ultimi anni sono state avanzate diverse proposte: l’abolizione del quorum, la possibilità di calcolarlo sulla base dei votanti alle ultime elezioni politiche anziché sugli aventi diritto al voto, e soprattutto un maggiore impegno nell’informazione e
nel coinvolgimento dell’elettorato. L’auspicio è che ogni cittadino, in un seppur comprensibile contesto di disillusione diffusa, recuperi la fiducia nelle istituzioni e nel proprio ruolo e riscopra il significato profondo del proprio voto che lo rende parte attiva nel processo di partecipazione democratica. Solo una società consapevole e coinvolta può costruire un futuro più giusto, inclusivo e rappresentativo per tutti, non certo la tendenza a lasciare le decisioni che ricadono su tutti, nelle mani di pochi.
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