Visto! N°3 - settembre 2023
Visto!
Periodico di informazione della sezione di Siena – numero 3 - settembre 2023
Direttore responsabile: Andrea Sbardellati
Registrazione Tribunale di Siena n. 6 del 29/10/2020.
Con il contributo di: PAMPALONI SRL, concessionaria Renault a Siena
Sezione Cavaliere Attilio Borelli
Viale Cavour, 134 Siena
Telefono 0577 46181
e-mail: uicsi@uiciechi.it
Sito internet: www.uicisiena.org
QUESTA TERRA È LA MIA TERRA
Quel tufo giallo ocra
che ricopre la piazza
è la mia pelle
la mia carne
ogni volta penetrata
da zoccoli duri
e sorvolata
da una tempesta di colori
partiti…
quaranta unghie di ferro
martoriano la terra
corrono sul mio corpo
sul mio torace
sul mio stomaco
sulle mie ossa
per un lunghissimo infinito
minuto
poi uno scoppio liberatorio
è la mia testa che esplode
è la Festa che esplode e dilaga
passano sopra di me
urla bandiere e sangue
poi arriverà la notte
e all’alba qualcuno
ruberà ancora la terra
laverà le mie ferite
tornerà la pietra serena
ma io non potrò dimenticare
rimarrò lì ad attendere
il dolce straziato tormento
di altri tre giri
di urla, di tufo e follia
Francesco Burroni
da A un tratto Siena – Luca Betti Editrice Siena
UNA CASA DOVE FEMMINILE E MASCHILE, VITA DELLA CARNE E DELLO SPIRITO, SI POSSONO INCONTRARE
di Elena Ferroni
La pausa estiva dalle attività lavorative sposta i confini del riposo e lascia spazio ad una passione che spesso si è costretti a comprimere in momenti ristretti dagli impegni quotidiani, come la lettura. Cogliendo quindi l’occasione di questo tempo sospeso, sono stata in viaggio per molti giorni nel sud America, sfogliandone la storia che va dagli anni venti agli anni cinquanta del novecento, grazie al primo romanzo scritto da Isabelle Allende nel 1982, intitolato “La casa degli spiriti”. L’opera narra, in più di quattrocento pagine, le vicende familiari lungo quattro generazioni, uomini e donne immersi nella storia del loro paese, tra esperienze politiche e private che pongono domande impegnative ed indirizzano il fiume della vita.
La piccola Clara Del Valle ed il giovane Esteban sono i protagonisti, prima come figli e fratelli, poi genitori e nonni, che scrivendo un diario di memorie, ci permettono di conoscere questa saga familiare e storica. La narrazione si svolge per cinquant’anni spostandosi alternativamente dalla città dove viene costruita la casa dell’angolo, la casa degli spiriti, alla tenuta di campagna le Tre Marie. Avvelenamenti, lotta di classe, violenze, torture, uccisioni, feroci spietate bugie, mostrano la parte più nera dell’animo di ogni uomo e di un popolo. Cura, comprensione, amore, leggerezza e forza, messe in evidenza dalle donne per prime, nelle parole e nei gesti di Clara, della figlia Blanca e della nipote Alba e quasi contagiando il maschile della storia, che presenta tratti di forza e fermezza in Esteban, nel figlio Jean, nei giovani coraggiosi Pedro Terzo Garcia e Miguel, completano le sfaccettature dell’animo umano e cuciono un ricamo che può tenere unite le tinte sia scure che chiare, in quell’armonia che appare soltanto dal loro intreccio.
La giornalista e scrittrice Allende ancora vivente, pubblica questo romanzo nel 1982, per ricordare tra fantasia ed elementi autobiografici che si mescolano, il nonno morente, le vicende familiari ed il travaglio del suo paese mai apertamente nominato. La lettura del romanzo da poco terminata, lascia nel cuore e nei pensieri molti spunti di riflessione, ne riporto per concludere uno che spicca tra gli altri: ogni donna, ogni uomo è un intreccio di relazioni, passioni e scelte, personali e politiche, che evolvono nella vita e attraverso le generazioni. Da questo intreccio è possibile, immergendosi più o meno volontariamente in esperienze di amore, rabbia, odio, violenza e tenerezza, riflettere e riconciliarsi, per esempio nell’abbraccio con un avversario politico al quale si riconosce il valore di persona, nella carezza con la nipote in punto di morte, nella vita che a cercarla con tenacia e speranza può rinascere sempre.
COME TI VORREI
di Massimo Vita
Siamo alla ripresa dopo l’estate e mi piacerebbe che dopo l’uscita di questo numero del nostro periodico potessimo ricevere da chi legge riflessioni, richieste e anche proteste per quanto la sezione mette in campo o che voi vorreste mettesse in campo.
Spesso noi dirigenti, a partire da me, pensiamo di aver fatto il possibile e qualche volta l’impossibile ma poi ci accorgiamo che così non è.
Allora io esorto tutti a svolgere un ruolo di stimolo per migliorare le nostre azioni e rendere in questo modo, più forte la nostra associazione nel territorio di Siena e provincia.
Nei prossimi mesi abbiamo in programma diverse iniziative come una gita al museo Anteros di Bologna e a Fico per toccare meravigliosi bassorilievi e gustare dell’ottimo cibo di diverse regioni. Ma mi chiedo, questa iniziativa incontra il vostro interesse?
Faremo delle giornate per un campo estivo itinerante in primavera con visite ad aziende agricole e altre cose in costruzione ma a voi piacerebbe partecipare e vorreste darci suggerimenti?
Insomma credo che insieme potremo migliorarci ma possiamo farlo solo con la vostra partecipazione attiva. Potete comunicare con la sezione in mille modi: via mail a: uicsi@uici.it; presidenteuicsi@gmail.com;
via telefono al 057746181 o al mio cellulare 3394581400 oppure a tutti i colleghi consiglieri che sono facilmente raggiungibili.
Inoltre, dal 10 settembre in poi, ogni lunedì dalle 10 alle 12:30 e ogni giovedì dalle 15:30 alle 17:30 assicurerò la mia presenza in sezione e aspetterò le vostre visite.
A settembre riprenderemo le riunioni su zoom e tutti sarete messi in condizione di partecipare con il supporto del servizio assicurato dalla sezione con Gianmarco e con il sottoscritto.
Il salottino delle 17 ripartirà entro la metà di settembre. Nel primo consiglio dopo queste vacanze, porterò in discussione questi ed altri temi in modo da aprire un dialogo tra tutti noi e cercheremo di trovare modalità e tempi per un dibattito utile a migliorare il nostro lavoro.
Insomma, io ho cercato di esprimere come vorrei l’associazione ma vi assicuro che la nostra famiglia dovrà essere sempre più accogliente e farci sentire utili e protagonisti.
Ora alla domanda del titolo di questo articolo dovete rispondere voi che leggete.
Noi a ottobre avremo un congresso e grandi potrebbero essere le novità soprattutto sullo statuto. Forse ci apriremo ai vedenti e tutto potrebbe cambiare.
Avanti insieme dunque, per una Unione sempre più forte e sempre più accogliente.
RECENSIONE ELP
Libro di Antonio Manzini
di Antonio Garosi
In questo libro occorre discernere l’intreccio da tutto il resto, comprendendoci però il primo fatto di sangue, cioè il ritrovamento del signor Roberto Novailloz morto con un colpo in testa, peraltro dopo che il vice questore Schiavone aveva tentato di fare giustizia alla moglie dello stesso, da lui sospettato di violenza, facendogli diciamo così… capire che non era il caso di fare violenze sulla donna.
Il giallo inizia con il ritrovamento di un imprenditore, il dottor Ferrazzi, ucciso sul proprio posto di lavoro, la rivendicazione è di un gruppo chiamato Esercito di Liberazione del Pianeta, formato in gran parte da giovani ambientalisti che rivendicano un futuro migliore per tutto il globo terracqueo.
Mettendo in atto forme di protesta come la liberazione da un allevamento intensivo di centinaia di polli.
La domanda che subito viene da farsi è quella classica: “Possibile che questo gruppo che si occupa di tutela dell’ambiente si sia macchiato di un reato orribile come l’omicidio?”.
Pur trattandosi di una fabbrica di pellami, che sopprime animali per ricavarne la materia prima occorrente per il proprio lavoro, la cosa agli occhi della polizia è piuttosto strana.
Naturalmente ci sono altri sospetti come: Orietta Perelli la segretaria dell’imprenditore, il dottor Giancarlo Testori, vicedirettore e il cavalier Albanesi socio del proprietario.
Il tutto con il fantasma dell’ELP che aleggia, si affaccia, fa capolino in ogni possibile pertugio.
Antonio Manzini ha costruito il suo giallo con direi l’abituale intreccio tra due casi che alla fine convergono verso la stessa soluzione. Facendo sovrastare tutto l’impianto del suo romanzo con L’esercito di liberazione del pianeta, utile anche a far riflettere il lettore sui problemi del mondo attuale, traversando il testo con l’aspetto comico di alcuni dei suoi personaggi, come Domenico D'Intino.
Rivelando alla fine la spiegazione a tutte le domande di Rocco Schiavone.
La soluzione si palesa proprio da un esercito, che non è propriamente quello costituito da adolescenti che persegue la liberazione del pianeta dagli abusi del progresso.
LA STORIA DI ARIOLA ED EMANUELE: COPPIA AZZURRA DEI SOGNI PARALIMPICI
di Enza Pipitone
E’idea ormai universalmente condivisa che l’attività sportiva costituisca uno strumento fondamentale per il benessere ed il recupero psico-fisico di tutte le persone, specie per quelle affette da disabilità. Lo aveva intuito già nel secondo dopoguerra il neurologo tedesco, Ludwig Guttmann, che, rifugiatosi in Gran Bretagna per sfuggire alle persecuzioni naziste, introdusse lo sport fra le attività di recupero di quei soldati che durante il conflitto mondiale avevano riportato lesioni al midollo spinale.
Per sua iniziativa, a Stoke Mandeville, un piccolo villaggio inglese nella Contea di Buckingamshire, si cominciarono a praticare le prime attività sportive per le persone disabili che, nel 1960, grazie alla collaborazione con l’amico e collega Antonio Maglio, furono portate in Italia in occasione delle Olimpiadi di Roma. Nel giro di qualche anno cominciano a diffondersi le gare fra atleti disabili, anche se bisogna attendere ancora un po’ più di tempo per dar luogo alla prima vera edizione delle Paralimpiadi che si svolgeranno in Svezia, nel febbraio del 1976.Oggi l’attività sportiva paralimpica è molto diffusa ed è diventata una fucina di storie molto suggestive ed emozionanti. Tanti sono gli atleti che sono riusciti a ottenere lusinghieri risultati e a realizzare i propri sogni.
Si tratta perlopiù di persone affette dalla nascita da malformazioni genetiche o colpite da gravi handicap dovuti all’acuirsi di malattie degenerative o menomate da incidenti, che non solo ogni giorno lottano con la difficoltà di gestirsi in una realtà organizzata per le persone normali, ma fanno molto di più.
Ariola Dedaj e Emanuele Marino sono una coppia di atleti paralimpici che, con impegno e dedizione, portano avanti da anni la loro attività sportiva paralimpica con la quale hanno già raggiunto ottimi risultati. Ariola, atleta paralimpica non vedente, nata in Albania e naturalizzata italiana, ha trovato nello sport un fedele compagno di vita. Dopo essersi dedicata la ballo, passa inizialmente al baseball per poi debuttare nel 2012 nell’atletica leggera paralimpica gareggiando nei 100 metri, nei 200 metri e nel salto in lungo.
Emanuele Di Marino, atleta paralimpico nella categoria AT44 specializzato nelle discipline 100, 200 e 400 metri, affetto da disabilità dalla nascita, il piede torto, riesce, dopo aver subito molti interventi, spesso invasivi e dolorosi, non solo a camminare, ma a correre conquistando traguardi straordinari.
Nel 2016, entrambi partecipano alle Paralimpiadi di Rio e nel 2017 alle Paralimpiadi di Londra in cui arrivano le medaglie d’oro per Ariola nel salto in lungo e d’argento nella staffetta 4 x 100 metri e di bronzo nei 400 metri per Emanuele.
Oggi Ariola ed Emanuele sono due campioni e le loro vite e i loro risultati sportivi sono un esempio per tutti. Insieme formano la “Coppia dei sogni”, uniti dall’auspicio di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024, ogni giorno condividono l’obiettivo sociale di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della disabilità e di promuovere lo sport paralimpico.
BUONA SCUOLA!
di Sara Barabaschi
Ci siamo, tra poco inizierà l’anno scolastico e i nostri ragazzi torneranno tra i banchi. Questi sono i giorni degli ultimi acquisti, zaini, quaderni, astucci… per alcuni però, come i disabili visivi, gli acquisti riguardano anche altri beni essenziali per lo studio, come sintetizzatori vocali, videoingranditori, tablet, computer e via dicendo.
E qui talvolta si incontrano problemi, perché l’iter non è semplice, già partendo dalla scelta del prodotto più idoneo, che richiede il supporto di specialisti come i tiflologi e i tifloinformatici. Capire quale possa essere lo strumento o gli strumenti migliori, se non si vive sulla propria persona un deficit visivo, è impresa da non affrontare senza informazioni e studi adeguati.
Qualora poi i supporti da adottare abbiano un costo elevato, l’alternativa è riceverli in comodato d’uso come ausili, affrontando quindi il percorso burocratico necessario allo Stato ed i suoi Enti per procedere all’erogazione. Destreggiarsi in queste situazioni può essere complicato, ma in nostro soccorso arrivano le associazioni, come l’U.I.C.I., per guidarci lungo il percorso delle pratiche burocratiche.
Ma c’è un altro – anzi altri due – aspetti significativi che riguardano lo studente ipo o non vedente. Da un lato la scuola, intesa come docenti e dirigenti, che devono essere in grado di offrire strutture adeguate alle esigenze di tutti – penso ad aule con sufficienti prese di corrente per ricarica e collegamento dei dispositivi elettronici, una rete wifi ben funzionante, etc. - di collaborare con il personale specialistico ed anche affidarsi alle competenze altrui, anche perché spesso lo studente è seguito dallo stesso tiflologo dall’inizio del percorso scolastico educativo e dunque lo conosce nella sua interezza di individuo.
Dall’altro lato abbiamo quello che a parer mio è il più importante degli aspetti da tenere in conto, ovvero le peculiarità dello studente diversamente abile, nella sua interezza di individuo, con deficit, certo, ma anche probabilmente risorse notevoli a compensarlo, con il proprio carattere ed il proprio desiderio di indipendenza ed affermazione.
Cerchiamo di tenere sempre presente che nostro figlio non è la sua disabilità, ma una persona con mille sfaccettature, una delle quali il deficit visivo. Pensiamo prima di tutto al suo benessere psicofisico, a come vive lui/lei la propria condizione, come la vuole sottoporre agli altri, se vuole parlarne o meno, quali necessità ha realmente. Ascoltiamolo e diamogli fiducia e libertà. Dobbiamo far sì che sia consapevole dei propri punti deboli e di quelli di forza! Lo studente può essere un valido supporto per i compagni, non solo un ricevente. Ad esempio mia figlia lo scorso anno ha fatto da tutor non ufficiale ad un compagno che ha avuto difficoltà nello studio, con soddisfazione di entrambi e grande apprezzamento dei professori.
Inoltre, se un giovane si sente a proprio agio nel parlare di sé e della propria condizione, può farsi strumento di consapevolezza e sensibilizzazione sul tema della disabilità visiva, per far comprendere che le barriere spesso sono mentali, prima che architettoniche!
Vi invito a condividere le vostre esperienze o i vostri dubbi con noi, scriveteci e raccontatevi. Insieme si fa comunità.
Redazionale
Presentiamo qui un nuovo ausilio che potrebbe essere utile ad alcuni disabili visivi.
Scheda Tecnica
Speaky Mobile un prodotto Mediavoice S.r.l.
Si tratta di una soluzione che rende uno smartphone molto più accessibile rispetto ai normali telefoni cellulari.
Il telefono vanta un sistema operativo Android per dispositivi mobili, sempre aggiornato e di ultima generazione. L'accessibilità è sia nell'estrema semplicità dell'uso, che nei servizi e nelle funzionalità che offre. Speaky Mobile è stato progettato e realizzato per tutti coloro che soffrono di una disabilità visiva più o meno accentuata, apprezzabile anche dagli anziani.
Il controllo del telefono, infatti, può avvenire in più modalità: con dei semplici tocchi dello schermo o con semplici comandi vocali.
Speaky Mobile è dotato di uno schermo di ultima generazione per cui è sufficiente toccare il display del telefono con due dita in qualsiasi sua parte per impartire il comando vocale. Una voce-guida ne suggerisce l'utilizzo, educando l'utente sui servizi a disposizione e suggerendo i corrispondenti comandi vocali da impartire. Il suo utilizzo è per questo ripartito in più moduli che l'utente sceglie per soddisfare le più svariate esigenze di autonomia personale. I comandi vocali, disponibili anche se non si è connessi a Internet, lo rendono semplice nel suo utilizzo, potenziando le abilità residue. Il software, quindi, offre la possibilità di generare flussi di dialoghi strutturati tra utente e sistema, permettendo il controllo completo delle applicazioni e di tutte le loro funzionalità attraverso l'interazione vocale.
2 Funzioni del telefono
2.1 Menu Principale
Selezionare una delle applicazioni presenti sul telefono, conoscere data e ora, leggere le notifiche
e conoscere la carica della batteria.
2.2 Chiamate e Messaggi
Consente di ricevere ed effettuare chiamate; gestire i propri contatti, leggere la cronologia delle chiamate effettuate, perse e ricevute; gestire degli SMS.
2.3 WhatsApp
Consente di leggere e scrivere messaggi su WhatsApp sia testuali che vocali.
2.4 Notizie da Internet
Permette di leggere i contenuti da internet, quali news, ricette, oroscopo, e molto altro, selezionando il nome della fonte e le relative categorie.
Permette di effettuare ricerche all'interno di Wikipedia, l'enciclopedia online, e leggere il contenuto delle pagine generate dalla ricerca.
2.6 Audiolibri
permette di scaricare e riprodurre tutti gli audiolibri presenti online nella Biblioteca del Libro Parlato di Brescia della UICI. Il modulo effettua il download del libro e poi lo rende disponibile alla lettura.
2.7 Orologio
Permette di impostare sveglie e timer, e di creare nuovi appuntamenti all'interno dell'agenda.
2.8 Meteo
Permette di conoscere il meteo fino a 7 giorni della zona in cui ci si trova.
2.9 Contapassi
Permette di conoscere il numero di passi effettuati negli ultimi 7 giorni.
2.10 Riconoscimento Testi (OCR) e Oggetti
Tramite l'applicazione Lookout di Google è possibile utilizzare il riconoscitore OCR e leggere qualsiasi testo inquadrato dalla telecamera. Allo stesso modo, inquadrando gli oggetti, Speaky Mobile pronuncerà i nomi degli oggetti riconosciuti.
2.11 Riconoscimento Colori Speaky Mobile individua i colori di qualsiasi cosa inquadrata dalla telecamera del telefono pronunciando il nome del colore riconosciuto.
2.12 Lettore Applicazioni esterne a Speaky Mobile
Potenzialità infinite con l'innovativo lettore di App che utilizza sintesi e riconoscimento vocale
Si tratta di un lettore schermo (screen reader) facilitato che consente di navigare in modo semplice, anche tramite comandi vocali e gesti, qualsiasi applicazione di terze parti, purché accessibile, scaricata dallo store Google Play e installata sul telefono.
Tramite il lettore di App l'utente può facilmente effettuare operazioni come:
• Leggere e scrivere messaggi su WhatsApp
• Usare le funzionalità di lettore OCR e riconoscimento oggetti della App
Lookout di Google
NON SOLO VINO
intervista a Donatella Cinelli Colombini
di Massimo Vita
Con piacere intervisto per il nostro periodico una signora, una tradizione, un esempio: Donatella Cinelli. La considero un'Amica dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e un esempio per il nostro territorio ma non solo.
D.Signora, la definiscono: “signora del vino” come mai questo appellativo così particolare, cosa fa nella vita?
R. Io sono una produttrice di vino, produco in due cantine, una a Montalcino che si chiama casato prime donne, l'altra a Treguanda. Sono le prime cantine in Italia con un organico di sole donne, una bandiera, perché quando nacquero nel 1998, data di nascita del progetto, "prime donne", fu molto importante per il progresso del settore e del ruolo delle donne nel mondo del vino, mondo che era dominato dagli uomini e oggi lascia spazio a donne di talento.
Io mi occupo anche di donne del vino, a livello associativo sono stata presidente nazionale, ora dirigo le donne del vino della Toscana, che sono un'ottantina e facciamo una serie di iniziative anche in favore dell'ambiente.
Per esempio, l'ultima è stata per favorire l'utilizzo del vetro leggero nelle bottiglie di vino, perché forse non lo sapete, ma il vetro e la parte principale dell’inquinamento del prodotto Vino. Del vino proprio il contenitore di vetro e la parte che si utilizza di più, quindi quella su cui lavorare di più per ridurre l'impatto ambientale.
Oltre a questo mi occupo di turismo del vino, scrivo manuali e collaboro a iniziative per favorire la buona accoglienza nelle cantine italiane e lo sviluppo del turismo e della visita nei territori del vino.
D. Mi pare un'attività enorme. Poi quella delle due aziende al femminile, iniziate in un'epoca in cui di imprenditorialità al femminile si parlava molto poco e non solo nell'ambiente vitivinicolo. Ti chiedo: "ma quando sarebbe importante per la vostra attività di promozione di tutela e anche di tutela dell'ambiente, che l'enoteca italiana riprendesse la sua attività, il suo ruolo nel nostro paese?
R. Ma certamente sarebbe importante; va considerato questo: l'enoteca italiana era un organo pubblico, un organo dello Stato e aveva uno statuto molto particolare che ne faceva il salotto buono, diciamo così, dello Stato italiano per il vino. Quindi, ha rappresentato l'Italia in contesti importantissimi quali l'Expo di Shanghai, quali le Olimpiadi quali appunto eventi di natura internazionale. Poi ha fatto operazioni di promozione del vino aprendo grandi mercati come la Russia, la Cina, il Brasile.
Ha fatto veramente delle azioni importanti e molto lunghe nel tempo. Ora ricostruire un organismo con queste caratteristiche è molto difficile. Quello che possiamo vedere attualmente, è la nascita di una organizzazione privata che sta cercando però di importare questo organismo al funzionamento. Attività che a me sembra meritevole e che però è molto difficile, molto molto difficile.
D. passiamo a un argomento che negli ultimi tempi è stato al centro dell'attenzione; il tappo di sughero. A me questa cosa mi interessa molto perché ho visto in alcune produzioni anche di qualità dei tappi di sughero artificiali. Come li chiamo io. Ma forse il termine non è quello più corretto. Però ho notato per esempio in alcune bottiglie toscane che viene dichiarato tappo di sughero, poi se vai a vedere la sigla che c'è sul tappo, risulta un tappo sintetico. Come ha affrontato questo tema la tua azienda?
R. Va detto che il tappo in sughero è quello più ecologico perché i boschi di quercia da sughero sono nella storia, una specie di difesa contro gli incendi, perché il sughero non brucia. Anche nel vino ha delle proprietà molto buone per il vino, perché permette al vino di invecchiare a lungo in modo naturale. Al di là di questo, sono in corso delle iniziative, come per esempio quella a cui abbiamo aderito noi come donne del vino e che si chiama "Etico".
D. Di cosa si tratta?
R. Il progetto prevede il recupero dei tappi usati che vengono trasformati in mobili di design e con questi tappi usati vengono finanziati i centri antiviolenza per difendere le donne che subiscono abusi. Comunque, il tappo di sughero rimane la chiusura migliore per tutto il vino, destinato a lungo invecchiamento.
Però ha un inconveniente, il tappo di sughero, perché è molto poroso e assorbe qualunque tipo di inquinamento ci sia. Ci sono degli agenti inquinanti, per esempio, il TCA, (Tricloroanisolo) che è il famigerato, puzzo di tappo.
In alternativa sono stati proposti sul mercato sia dei tappi sintetici su cui sono stati fatti anche grandi studi per renderli permeabili all'ossigeno, oppure quello che viene chiamato il tappo a vite che è un tappo totalmente metallico in alluminio. Quest'ultimo va bene per i vini a breve consumo.
D. Quindi Il sughero è l'elemento principale, mi sembra molto interessante questo aspetto.
Mi sembra particolarmente da segnalare come da un'azione di recupero nasca un'azione a tutela delle donne e questo è un problema che ultimamente nel nostro paese, e non solo, assurge agli onori della cronaca.
R. Nel giro degli ultimi 4 o 5 giorni sono stativissuti quattro o 5 femminicidi è una cosa di una gravità assoluta e che crea dei dubbi anche sulla questione normative.
D. Pensi che il Codice rosso sia la soluzione a questo problema Donatella?
R. Ma, dunque, noi donne del vino abbiamo avuto un femminicidio tra di noi; era una sommelier del Friuli Venezia Giulia, Donatella Briosi, che fu assassinata dal marito davanti al notaio.
Mentre loro stavano firmando un atto di vendita di una proprietà comune, il marito, pur di non dargli niente, prima l'uccise e poi si tolse la vita. Da questo fatto è sorta una grande sensibilità in tutto il comparto verso queste violenze sulle donne.
Ora quello che noi abbiamo potuto vedere è che certe azioni che sono fatte per esempio negli Stati Uniti, funzionano. In California, tutti i nuovi assunti, donne e uomini, devono fare dei corsi online che sono brevi. In mezz'ora si fanno con un quiz finale e ti aiutano a distinguere quelli che sono degli atteggiamenti maleducati da quelli che già sconfinano nell'abuso.
Noi abbiamo provato attraverso una nostra socia che lavora molto negli Stati Uniti a proporre al Ministero di fare la tessa cosa. L'introduzione di questi corsi anche in Italia, che sarebbero utilissimi soprattutto perché sono periodici, ogni tre anni vanno rifatti, ma per adesso nulla si è mosso.
D. Sarebbe interessante perché questo sarebbe anche formativo, oltre che essere attività di prevenzione.
R. servirebbe anche contro qualunque tipo di discriminazione: per i disabili, per quanto riguarda le persone di altra religione, di altra razza. Servono in generale a capire dove si trovano certi atteggiamenti che non si possono accettare.
Ma non bisogna assolutamente arrendersi, bisogna sempre cercare di dare esempi virtuosi. E di costruire per un mondo più buono, più bello, più pulito, più giusto, perché? È solo così che vivremo felici, cercando di dare qualcosa agli altri.
D. Bene, grazie Donatella, grazie per aver dato questa intervista a radio risorse, e a Visto. Grazie grazie 1000 e buona serata.
BABKA AL CIOCCOLATO
Difficoltà: Facile
Preparazione: 20 min
Cottura: 25 min
Dosi per: 6 persone Costo: Medio
Nota + i tempi di lievitazione
PRESENTAZIONE
Conoscete la babka? Un dolce polacco e diffuso in tutta l'Europa dell'est di cui vi proponiamo qui la nostra versione speciale e facile da realizzare: babka al cioccolato. Una vera delizia, un lievitato dolce da colazione da preparare in pochissimo tempo. Vi serviranno solo farina, acqua e lievito per la base e poi una crema spalmabile e tanto cioccolato fondente per arricchire la vostra babka. Soffice, profumata, senza zucchero e senza burro! Scoprite come è facile realizzare questo dolce da colazione!
INGREDIENTI
• Per l'impasto (per uno stampo di 26x11 cm)
• Farina Manitoba (con almeno 12,5 g di proteine)500g
• Lievito di birra fresco 25g
• Cacao amaro in polvere 25g
• Acqua 160ml
• Latte intero 160ml
• Sale fino 8g
PER FARCIRE
• Crema spalmabile 100g
• Gocce di cioccolato fondente 20g
PER SPENNELLARE
• Tuorli 3
• Latte intero q.b.
PREPARAZIONE
Come preparare la Babka al cioccolato
Per preparare la babka al cioccolato iniziate versando in planetaria la farina, il cacao amaro, l'acqua, il latte, poi unite anche il lievito sbriciolato.
Da ultimo versate il sale. Lavorate tutto subito con il gancio inizialmente a velocità minima, poi potete aumentare e lavorare fino a quando non risulterà omogeneo e si staccherà dalle pareti.
Sul piano di lavoro, lavorate un po' l'impasto e date un paio di pieghe, quindi coprite con una ciotola e fate riposare circa 10 minuti. Quindi ripetete le pieghe, così l'impasto risulterà più liscio. Se non dovesse risultare ancora liscio potete ripetere l'operazione di riposo di 10 minuti sotto la ciotola e poi di nuovo pieghe.
Sul piano leggermente infarinato, stendete l'impasto col mattarello dando una forma quanto più rettangolare possibile, spalmate la crema, ripiegate dal lato lungo.
Distribuite anche su questa superficie la crema spalmabile, poi distribuite anche le gocce fondenti, quindi arrotolate su se stesso dal lato più corto.
Una volta arrotolato, incidete partendo da 3-4 cm di una delle due estremità del rotolo, tagliate fino all'altra estremità per ricavare due parti. Iniziate ad intrecciarle.
Procedete per creare il motivo a treccia fino alla fine 19 20. Ponete la babka in uno stampo alto 8 cm, lungo 26 cm e 11 di larghezza. Aggiungete altre gocce di cioccolato fondente a piacere anche in superficie.
Coprite e lasciate lievitare fino al raddoppio, ci vorrà poco circa 30 minuti 22. In una ciotolina potete mescolare latte e uovo. Una volta lievitata riprendete la babka.
Potete spennellarla con la miscela di latte e uovo, poi infornate a 180° per 20-25 minuti. Una volta cotta, sfornate, fate raffreddare quindi sformate e affettate per condividere la vostra babka al cioccolato.
Conservazione
Potete conservare la babka al cioccolato per 1 giorno al massimo in un sacchetto per alimenti, ben sigillata.Si può congelare e poi scongelare e scaldare leggermente prima di servire.
Consiglio
Una volta messo nello stampo assicuratevi che sia ben sistemato in modo che lieviti e cuocia in maniera uniforme.
Fonte: https://ricette.giallozafferano.it/Babka-al-cioccolato.html
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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dal 2019 è organizzazione del Comitato Testamento Solidale
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Centinaia e centinaia di donne e di uomini animati da puro spirito di volontariato, spesso segnati dalla stessa disabilità, lavorano ogni giorno con fervore e competenza per offrire risposte a bambini, ragazzi, adulti, anziani. Istruzione, Lavoro, Ri-Abilitazione, Sperimentazione, Mobilità, Autonomia, Ricerca, sono le principali parole chiave che caratterizzano l'azione quotidiana dell'Uici.
Cittadini tra i cittadini, uguali tra uguali, questo il traguardo che l'Unione persegue, unendo le persone con disabilità visive e plurime in una grande famiglia fondata sulla solidarietà e sull'amore.
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Informazioni utili
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