Visto! n°1 - marzo 2023

VISTO!

Periodico di informazione della sezione di Siena – numero 1 - marzo 2023

Direttore responsabile: Andrea Sbardellati

Registrazione Tribunale di Siena n. 6 del 29/10/2020.

Con il contributo di: PAMPALONI SRL, concessionaria Renault a Siena

Sezione Cavaliere Attilio Borelli

Viale Cavour, 134 Siena

Telefono 0577 46181

e-mail: uicsi@uiciechi.it

Sito internet: www.uicisiena.org

 

 

RECENSIONE CAMINITO DI MAURIZIO DE GIOVANNI

di Antonio Garosi

La decisione di Maurizio De Giovanni di proseguire la serie del Commissario Ricciardi, è arrivata nel momento in cui ha avuto un problema di salute ritrovandosi in un letto di ospedale privato anche del telefonino.

L’unico modo per far scorrere il tempo era quello di riflettere, quindi cosa fare di meglio se non inventare una storia del suo personaggio principe?

Il titolo del libro “Caminito” prende spunto dalle canzoni del sud del mondo che possono essere allegre e tristi allo stesso tempo.

La musica e le parole di questa canzone sono state scritte in due momenti diversi, non solo, anche da due autori differenti a distanza di tre anni l’uno dall’altra.

Un operaio andando in fabbrica attraversava la città di Buenos Aires, tutte le mattine incontrava una prostituta, non c’era stato mai nulla tra loro ma si salutavano sempre: “Ciao bella”.

”Ciao bello” rispondeva lei.

Quell’operaio scrisse la musica per questa giovane.

Anni dopo in un’altra città dell’Argentina, a chilometri di distanza, un rappresentante di commercio durante un viaggio venne colto all’improvviso da una tempesta, trovò riparo presso una nobile famiglia di conoscenti che cortesemente lo ospitarono.

In quell’occasione conobbe la figlia di questi benestanti e cominciarono a vedersi di nascosto in una stradina (in lingua locale caminito) alle spalle della casa di lei.

Questi incontri clandestini andarono avanti per un mese, poi una volta che le strade vennero ripristinate, l’uomo ripartì, promettendo di tornare prima possibile.

Si scrissero, lei rispose alle prime lettere, dopo smise di rispondere, lui continuò a scrivere, senza ottenere risposta.

Appena guadagnati abbastanza soldi ritornò in quella casa ma non lo fecero entrare, lui andò nella stradina e la trovò abbandonata e piena di sterpaglie. Allora si recò in un locale là vicino e chiese se conoscevano quella ragazza, le risposero che aveva sposato un soldato e se ne era andata chissà dove… inoltre aggiunsero che quando era partita era in dolce attesa.

Lui capì, in quel momento che la famiglia aveva intercettato le lettere, interrompendo così il loro scambio epistolare, probabilmente aveva anche organizzato il matrimonio della figlia con quel soldato.

Allora tornò nella stradina e scrisse la poesia su un sentimento radicalmente diverso da colui che aveva composto la musica.

“Su una melodia allegra si è innestato così un testo struggente” spiega Maurizio.

Il noir praticamente si è scritto da solo prendendo sia la parte gioiosa che il sentimento di sofferenza, di paternità negata e spargendolo tra i vari protagonisti.

Ogni personaggio ha raccontato all’autore la sua storia, dando così origine al libro.

In Caminito, naturalmente la scomparsa è dovuta a un omicidio, non a un allontanamento, per il resto il testo riprende i sentimenti di dolore e abbandono della poesia.

 

Fine.

 

VIAGGIO NEL MONDO DEL VOLONTARIATO/3

AUSER: DAL PENSIERO ALL’AZIONE CONCRETA RIVOLTA A CHI HA PIU’ BISOGNO

Intervista a Giuliana De Angelis

di Enza Pipitone

“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fin tanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Ghandi).

E’ sulla consapevolezza di essere parte di una grande comunità e sulla necessità di intervenire con azioni concrete ed efficaci atte a sostenere chi ha più bisogno che si fonda l’attività dell’Auser, acronimo di autogestione servizi.

Nata nel 1989 per iniziativa della CGIL e del sindacato dei pensionati SPI-CGIL, l'Auser è un’associazione di volontariato e di promozione sociale con finalità assistenziali senza fine di lucro Onlus, impegnata prioritariamente nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e valorizzare il loro ruolo nella società.

Con Giuliana De Angelis, socia fondatrice dell’Auges sede di Siena nel 1991 e presidente dell’Auser dal 2007, che interpreta il suo ruolo con lo stile del servizio e la forza della sua presenza, approfondiamo le finalità di questa associazione che oggi conta ben 474 iscritti.

La vostra proposta associativa, rivolta agli anziani, in realtà risponde concretamente ai bisogni di tutte le generazioni mettendo al centro dei propri obiettivi la persona che è protagonista e risorsa per sé e per gli altri nelle varie fasi della vita e promuove il dialogo tra generazioni, nazionalità e culture diverse.

“E’ proprio così. Le attività della nostra associazione sono tante e riguardano la solidarietà, la diffusione della cultura, la tutela dell’ambiente e la promozione di attività socio ricreative.

L’elenco delle nostre iniziative, pubblicato nel nostro sito  internet, include  il servizio telefonico Filo d’Argento per compagnia e aiuto, i corsi di alfabetizzazione         al computer e all’uso del cellulare, la gestione di una biblioteca per adulti e bambini, un servizio di accoglienza e assistenza ai migranti, il mercatino della solidarietà e dell’accoglienza, il progetto Compitinsieme per bambini dalla prima elementare alla terza media e l’ Università del tempo ritrovato. L’Auser opera inoltre         con molteplici iniziative all’interno del carcere di Siena, ha   aperto   uno   studio   medico   specialistico gratuito  per  i casi di indigenza e organizza corsi di ginnastica e soggiorni sociali estivi.            

Presso l’Asp Città di Siena promuove attività a favore degli ospiti delle tre Rsa e del centro Alzheimer, ha adottato due reparti di autosufficienti e ospiti singoli delle case di riposo e offre un servizio di accompagnamento in ambulanza”.

Partecipare, impegnarsi, conoscere, darsi da fare e mettersi in gioco. Gli anziani, non più produttivi nel lavoro, grazie alle molteplici attività dell’Auser, svolgono un ruolo attivo nella società. Quali sono gli obiettivi che intendete realizzare in futuro?

“Per correttezza, tengo a precisare che abbiamo dovuto cessare il servizio di consegna della spesa a casa perché le catene dei supermercati presenti nel territorio comunale sono disponibili ad effettuare il servizio solo dietro il pagamento di un corrispettivo. Ci auguriamo che ci si presentino a breve nuove  opportunità. Un altro tema che ci interessa moltissimo è l’aggregazione giovanile. A Siena mancano degli attivi, veri, propositivi centri di ritrovo per i giovani, per questo ci eravamo proposti questa finalità, ma finora non siamo riusciti a trovare un accordo che potesse essere soddisfacente sia per noi che   per l’Amministrazione Comunale e quindi abbiamo momentaneamente accantonato l’idea. Un altro sogno che abbiamo ormai da trent’anni e per il quale siamo stati un po’ presi in giro da tutti è la costituzione della ormai famosa Villa Arzilla, una sorta di condominio solidale di auto/mutuo aiuto in cui accogliere persone anziane autosufficienti in grado di convivere con altre persone che hanno gli   stessi bisogni. Una struttura con doppia gestione pubblico/privata come ne esistono già in altri luoghi. Un luogo non di mera residenza, ma punto di aggregazione e sostegno tra chi ci abita, di cui avrei individuato anche una possibile collocazione. L’augurio che ci facciamo è di riuscire in futuro a raggiungere queste finalità potendo contare sul contributo delle giovani generazioni che si auspica possano essere sempre più sensibili ai temi della solidarietà”.

 

Consigli di lettura

UN ESEMPIO PER DIRE SI’ ALLA VITA

di Elena Ferroni

Sarà perché nelle attività formative della scuola di specializzazione in psicoterapia ho avuto occasione di confrontarmi con percorsi di assistenza in oncologia, sarà perché qualche giorno fa tra le notifiche dei video è comparsa sul mio telefono la testimonianza di fra Vito, guida spirituale della protagonista di questa storia di vita, testimonianza realizzata qualche settimana fa proprio presso l’arcidiocesi di Siena…Il fatto è  che ho riletto dopo una decina d’anni con enorme rinnovato piacere questo libro dal titolo “Siamo nati e non moriremo mai più” e mi ha fatto bene al cuore, perciò ve lo consiglio, auspicando un bene anche per voi.

La protagonista è Chiara, una giovane ragazza come tante, i narratori sono una coppia di suoi cari amici Simone Troisi e Cristiana Paccini, che hanno assistito al dipanarsi di questa storia come spettatori in prima fila ed hanno voluto raccontarla a chi non ha avuto tale privilegio. Simone e Cristiana ci fanno incontrare Chiara, giovane ragazza che si misura tra studio universitario e fede cristiana che si consolida progressivamente ad Assisi presso il Servizio Orientamento Giovani dei frati minori francescani. Chiara si fidanza e si lascia varie volte con Enrico che poi diventerà suo marito, finalmente a 25 anni dice sì al matrimonio e la sua vita prende una direzione al di là di ogni possibile aspettativa. In accordo con il suo sposo, Chiara sceglie di dare la vita a due bambini, che per ragioni totalmente diverse e non collegate sono figli non compatibili con la vita: Maria per l’assenza della scatola cranica, Davide per una malformazione viscerale multipla che coinvolge diversi organi, oltre alla mancanza degli arti inferiori. I due bambini. vengono al mondo con parto naturale, nonostante alla coppia i medici avessero caldamente consigliato l’aborto, ricevono il battesimo cristiano e stanno insieme ai   genitori ed ai parenti per meno di un’ora, prima di nascere al cielo. Arriva quindi un terzo figlio di nome Francesco, che cresce nel ventre della mamma Chiara con uno sviluppo tipico e nasce per rimanere questa volta accanto ai suoi genitori. Contemporaneamente alla vita, prende spazio però nel corpo di Chiara anche qualcosa che la vita la porta via, che parte con un’afta alla lingua e diviene poi un tumore maligno che impone scelte e detta il tempo.

Lo sappiamo, la vita di ognuno di noi su questa terra è a termine, la storia di Chiara serve solo a ricordarlo e, se siamo attenti, a farci sfruttare al meglio l’occasione di presente che abbiamo. Ognuno di noi ogni giorno, che sia nell’accogliere un piccolo che cresce, nel dare forma ad un progetto, ad un’attività, nell’educare le nuove generazioni o nel dare spazio a contesti generativi al di là di ogni difficoltà e per ogni età, può scegliere di promuovere la vita. Chiara non appare straordinaria in queste pagine, è una giovane figlia docile e capace di fidarsi di Dio padre, che sceglie l’amore, di amare e lasciarsi amare. Con suo marito al piccolo Francesco diranno: “Sappiamo che sei speciale e che hai una missione grande, il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire se gli aprirai il cuore… Fidati, ne vale la pena!”. La storia di questa giovane donna, che attraversa la sofferenza e la rende feconda, è una scintilla di fiducia e di bene che dal cuore di Chiara può passare nei giorni e nel fare di ogni persona, che nelle vicende che incontra, cerca e sceglie la vita.

 

SALUTO DEL PRESIDENTE

DELL’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI SEZ. TERRITORIALE DI SIENA.

Lettrici e lettori del nostro periodico, mi rivolgo a voi per stimolare la vostra riflessione su un tema delicato ma, determinante per la stessa esistenza delle associazioni e quindi anche per l'Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che mi onoro dirigere a Siena. Il tema è quello del sostegno civico alle associazioni.

Come si possono sostenere le associazioni:

lo si può fare prima di tutto non girando la testa dall'altra parte difronte ai problemi del nostro prossimo;

lo si può fare non dimenticandosi di donare il cinque e l'otto per mille;

scegliendo di impegnarsi in azioni di volontariato;

disponendo donazioni permanenti o casuali;

lo si può fare curando il territorio in cui si vive perché i nostri comportamenti possono condizionare chi mi vive intorno.

Mi rivolgo a chi lascia gli escrementi dei cani sulla strada, a chi parcheggia biciclette e motorini sui percorsi pedonali e a chi occupa in modo illegale i parcheggi riservati ai disabili.

Rendetevi conto che questi comportamenti scorretti rendono più difficile la vita ai disabili e non solo.

Il saluto per voi da parte di un dirigente come me è soprattutto un invito al dialogo, alla crescita comune per far sì che la nostra comunità sia sempre più accogliente e inclusiva.

Allora, vi saluto con la speranza che tutti insieme possiamo vivere meglio nel mondo e insieme saremo tutti più sereni.

 

BRAILLE, UNA RIVOLUZIONE CHE NON È ANCORA FINITA

di Nicola Stilla

Nella storia dell'uomo esistono periodi nei quali determinati paradigmi interpretativi prendono piede e offrono alle persone gli strumenti per risolvere i problemi; che si tratti di questioni epocali o banali faccende quotidiane, l'umanità affronta le proprie sfide basandosi su sistemi di certezze condivise, che magari non rappresentano la perfezione, ma risultano funzionali ad ottenere risultati più o meno soddisfacenti. Ciò non toglie che questi sistemi di certezze condivise possano essere periodicamente messi in discussione, a scopo migliorativo: quell'idea funziona, ma forse si può fare di meglio. Si determinano così crisi e conflitti, che talora danno vita a scoperte importanti, alla definizione di metodi più efficaci, a sistemi innovativi, fino a consolidare nuovi paradigmi condivisi. La storia umana è costellata di piccole o grandi rivoluzioni scientifico-culturali che stravolgono il punto di vista sulle cose e permettono all'umanità di migliorare, di progredire nell'affrontare i problemi.

  Quando si dice che il codice di lettura e scrittura Braille è stato una «rivoluzione» non ci si può riferire soltanto all'impatto dirompente che esso ha avuto a metà del XIX secolo rispetto ai precedenti sistemi di lettura e scrittura per le persone non vedenti. Una «rivoluzione» infatti cambia il mondo e la vita delle persone: in tal senso, il Braille non soltanto ha messo in crisi il paradigma della tiflo-didattica ottocentesca, ma, nel corso di breve tempo, ha scardinato l'immagine, il ruolo e lo status sociale della persona non vedente. In altre parole, ha mutato l'atteggiamento delle persone vedenti verso la disabilità visiva.

  Le grandi invenzioni non cambiano solo le prassi di alcuni, ma agiscono in maniera strutturale sull'intera società: il Braille ha spalancato ai non vedenti le porte della cultura e dell'informazione, poiché ha permesso loro di essere autonomi nella conoscenza e nella vita. Ha permesso ai non vedenti di completare un processo di integrazione che ai tempi di Louis Braille muoveva ancora i primi passi. Se oggi esistono insegnanti, avvocati, musicisti, scrittori, politici, dirigenti o, in sintesi, persone non vedenti che coltivano liberamente ed autonomamente professioni, interessi e passioni, è grazie al codice Braille.

  Quando si parla di invenzioni importanti si scomoda sempre il concetto, un po' oscuro, di genialità. Che cosa significa «geniale»? Una delle definizioni della genialità fa riferimento alla capacità, che ha a che fare con l'intuizione e la creatività, di accostare due elementi tra loro distanti ed apparentemente estranei, intravedendo in tale accostamento potenzialità che altri non vedono. Il colpo di genio di Louis Braille è stato quello di intuire come un metodo poco funzionale di comunicazione dell'esercito francese potesse essere adattato per l'apprendimento delle informazioni da parte delle persone non vedenti.

  Nel 1821 il militare Charles Barbier de la Serre fece visita all'Istituto in cui studiava l'allora dodicenne Louis Braille. Barbier de la Serre era l'inventore di una particolare tecnica di scrittura stenografica in rilievo, quindi leggibile dai militari in battaglia anche in assenza di luce, che lui definiva «scrittura notturna». Il sistema di Barbier de la Serre era troppo complesso e macchinoso (non ebbe infatti molto successo), ma Braille se ne interessò subito, intuendone le potenzialità: cercò di adattarlo alle esigenze dei non vedenti, rendendolo più completo, funzionale e semplice da far passare sotto le dita.

  Il sistema di lettura e scrittura per le persone non vedenti fino ad allora utilizzato era quello di Valentin Hauy, messo a punto nel 1784 e basato su lettere in rilievo. Esso permetteva agli alunni non vedenti di percepire col tatto la forma delle lettere dell'alfabeto e di scrivere in nero riproducendo la forma delle lettere su un foglio. Un'invenzione che può sembrarci oggi un po' grossolana, ma che fu molto apprezzata all'epoca: fortemente appoggiata dall'Accademia Francese delle Scienze, valse a Hauy finanziamenti ed appoggi politici che nell'anno successivo resero possibile l'apertura della Institution des jeunes aveugles (L'istituto dei giovani ciechi) di Parigi. Sebbene il sistema di Hauy fosse stato ampiamente apprezzato e condiviso, non poté nulla contro la rivoluzione del Braille: se confrontato con il codice Braille, esso rivela infatti tutti i suoi limiti. Louis Braille non mise in discussione la validità del concetto di «lettura tattile», ma capì che all'idea mancava un elemento fondamentale che apprese dalla «scrittura notturna» di Barbier de la Serre, ovvero la codifica, che ne facilitasse la fruibilità e la replicabilità. Fu questa l'intuizione geniale che sancì la nascita del codice Braille.

  Oggi, nell'ambito tiflologico, nessuna rivoluzione si vede all'orizzonte dai tempi del Braille: nessuno sembra aver proposto qualcosa di altrettanto partico e funzionale. Forse un giorno parleremo di una nuova rivoluzione, ma, per ora e da oltre due secoli, il Braille è saldamente il sistema universale di lettura e scrittura per le persone non vedenti. Nemmeno la rivoluzione informatica è riuscita ad incrinare l'autorità del Braille ed anzi, gli strumenti informatici per i non vedenti hanno incorporato il Braille come interfaccia ideale per il trasferimento delle informazioni. Inoltre, grazie all'informatica il Braille è diventato più economico e fruibile: i testi in Braille non occupano più interi scaffali, ma vengono riprodotti su barre di pochi centimetri a partire da file immateriali. L'informatica e lo sviluppo tecnologico stanno di fatto continuando la rivoluzione del Braille, rendendolo ancora più accessibile e potente.

  Sono convinto che la portata rivoluzionaria del Braille non si esaurirà a breve, perché sono ugualmente convinto che nei campi dell'integrazione sociale e culturale delle persone non vedenti ci siano ancora passi importanti da compiere: per questo mi adopererò perché il Braille rappresenti sempre il viatico di questo percorso di emancipazione e di libertà.

Fonte: la Stampa Nazionale Associativa dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS-APS

 

SUPEREROI

di Sara Barabaschi

Nel precedente articolo ho affrontato il tema dell'ipovisione e dell'attività sportiva, di come sia importante la pratica per il benessere psicofisico di ogni individuo e ancor più per chi ha una disabilità.

Mia figlia fa sport sin da piccolissima e dal 2017 pratica il pattinaggio artistico a rotelle, sfidando in gara atlete normodotate, anche vincendo qualche volta.

La stagione 2023 si è aperta con il campionato nazionale ACSI della Città di Riccione, che mentre sto scrivendo è alle fasi conclusive, e soprattutto con una importantissima novità: da pochissimo il CONI ha creato la categoria paralimpica anche per il pattinaggio artistico a rotelle, denominata "Cigni", inserendola già nel programma di gara di Riccione.

Per Anita si è quindi prospettata una nuova possibilità: continuare a gareggiare con i normodotati o aderire alla nuova categoria, da vera pioniera! Dopo attenta riflessione, ha scelto i Cigni.

Le prospettive che si sono aperte, dunque, sono molteplici, sia sul fronte sportivo che personale.

A causa dell'ipovisione, finora in gara era certamente penalizzata, poichè il movimento fine non è fra i suoi punti forti; essendo ipovedente dalla nascita,  i gesti che richiedono maggiori precisione e fluidità le risultano più ostici.

Però lei evidentemente adora questa attività, l'ha sempre affrontata con determinazione, passione e spericolatezza! Molte volte le allenatrici mi hanno detto che è sempre la prima a buttarsi in una nuova prova, senza dirsi "non ce la faccio" o "ho paura". E certo per loro è stata un'emozione incredibile vederla gareggiare finalmente nella categoria cigni, sapendo di poter contare su una valutazione equa, consapevoli delle sue qualità ed orgogliose! Subito dopo la gara, la presidentessa – molto emozionata e visibilmente commossa - mi ha detto "è un grande traguardo, se penso che quando abbiamo iniziato, l'unica possibilità era andare a chiedere i prova pista in solitaria per Anita. Vedere riconosciuta dal CONI la sua categoria è una vittoria per lei e per lo sport tutto!"

Tra l'altro, il calendario delle gare ha previsto che i cigni fossero di apertura del campionato, dunque mia figlia è stata la prima atleta ad esibirsi e quindi la prima disabile.

Era sola in gara per la sua categoria (il pattinaggio ne prevede molte, per livello di difficoltà, per età, dunque non è infrequente che accada) e si è aggiudicata – con un'esibizione obiettivamente molto buona – il titolo di campionessa nazionale.

Essendo una divisione appena nata, è ancora tutta da definire, ma certo le apre maggiori possibilità nel suo percorso sportivo.

E poi c'è l'aspetto umano... da un lato, sarà un'occasione per Anita di esplorare se stessa, di confrontarsi con la sua disabilità e di come la esprime con gli altri. Dall'altra, potrebbe diventare un esempio, anche e soprattutto per i giovani con disabilità che non pensano di essere in grado di fare molte cose o che ignorano quali e quante attività sportive paralimpiche esistano e quindi garantiscano non solo il piacere dell'attività fisica, ma anche la possibilità di intraprendere un percorso agonistico; e queste stanno aumentando, insieme all'attenzione verso i disabili da parte dei comitati sportivi nazionali.

La polisportiva Axel Group, di cui fa parte Anita, le ha dedicato un post proprio per celebrare la sua forza e intraprendenza ed io sono certa che ci siano molti ragazzi come lei, che però non sanno a chi rivolgersi in un mondo apparentemente appannaggio dei normodotati, ma che in realtà  richiede costanza, determinazione e forza notevoli, tipiche di chi è allenato alle sfide ogni singolo giorno.

Non sto dicendo che chiunque possa fare qualunque cosa, quella è un'assurdità... io non potrò mai volare sbattendo le braccia! Ma è altrettanto vero che i limiti, troppe volte, ce li impone la nostra mente e il modo in cui siamo abituati a percepirci. Dunque, impariamo a rischiare, cosa può accadere? Di non farcela? Questa è la vita, capita di fallire, ma quando invece si riesce in ciò che si vuole, è lì che ci sentiamo supereroi e un po' lo siamo, perchè superare i nostri limiti è la sfida più grande! E se in un luogo, una dimensione, che sia sportiva o no, temiamo che non ci sia posto per la disabilità, allora è proprio lì che dobbiamo insistere per avere spazio!

Consigli utili

Scopri il Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva.

E’una struttura della IAPB Italia onlus presso il Policlinico A. Gemelli di Roma.

Chiama e risolvi i tuoi dubbi.

Il servizio gratuito di consultazione oculistica telefonica è disponibile dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 13.

Chiama l'oculista al numero verde 800-068-506

Testamento solidale

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dal 2019 organizzazione del Comitato Testamento Solidale

 Accogliere, ascoltare, sostenere, tutelare, condividere, includere, sono i valori fondativi dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che da 100 anni promuove l'uguaglianza dei Diritti con impegno, passione, dedizione, tenacia, autorevolezza, per donare luce ai ciechi, agli ipovedenti, alle persone con disabilità plurime in ogni angolo d'Italia. Centinaia e centinaia di donne e di uomini animati da puro spirito di volontariato, spesso segnati dalla stessa disabilità, lavorano ogni giorno con fervore e competenza per offrire risposte a bambini, ragazzi, adulti, anziani. Istruzione, Lavoro, Ri-Abilitazione, Sperimentazione, Mobilità, Autonomia, Ricerca, sono le principali parole chiave che caratterizzano l'azione quotidiana dell'Uici. Cittadini tra i cittadini, uguali tra uguali, questo il traguardo che l'Unione persegue, unendo le persone con disabilità visive e plurime in una grande famiglia fondata sulla solidarietà e sull'amore.

  Per informazioni:

  www.testamento solidale.org

  Telefono: 06-69988401

  E-mail: lasciti@uiciechi.it

 

Numero verde per i servizi socio-sanitari in Toscana

Sta per entrare in funzione il numero verde 116117 per accedere ai servizi socio-sanitari ibn regione Toscana.

Un servizio che avvicina i cittadini alle strutture socio sanitarie.

FACCIAMO CHIAREZZA

Ci sono termini che spesso inducono confusione nei pazienti e molto spesso paura e il conseguenziale rischio di affidarsi a persone poco professionali o a internet.

 

Schermi e aumento della miopia: qual’è la vera relazione?

La miopia e l'uso eccessivo dei dispositivi digitali sono correlati, ma non solo l'unica motivazione alla base dell'aumento della patologia...

Pterigio

Si tratta di una malattia degenerativa oculare che consiste in una crescita anomala di tessuto fibroso e vascolare della congiuntiva bulbare, che arriva a coprire la superficie esterna e trasparente dell’occhio che si trova davanti all’iride (cornea).

Epiteliopatia

Col termine epiteliopatia si indica una patologia a carico dell’epitelio. Di solito coinvolge l’epitelio corneale o l’epitelio pigmentato (il cosiddetto foglietto esterno della retina).

Retinopatia miopica

La retinopatia miopica è una patologia della retina tipica delle persone affette da miopia elevata (errore refrattivo > û 6 diottrie o lunghezza assiale > 26,5 mm). La gravità delle alterazioni retiniche aumenta al crescere del vizio refrattivo.

 

FANTASIA E TECNICA

di Roberto Gozzani

Mi chiamo Roberto Gozzani, la mia ditta è TecnoCreazioni.

Progetto e sviluppo dispositivi esclusivamente per non vedenti. Li faccio per risolvere piccoli/grandi problemi di vita quotidiana, su richiesta. Quando qualcosa è di utilità comune, lo metto nel mio sito e diventa disponibile a chiunque. Il mio sito è TecnoCreazioni.it.

Siccome questi dispositivi non si trovano sul mercato, li creo appositamente, in pratica li invento, sono un inventore, per così dire.

In questo articolo vi parlo del progetto BlindTag.

BlindTag nasce dall'esigenza delle persone non vedenti di identificare un luogo ben preciso sia come direzione che distanza. BlindTag è un sistema composto dal proprio telefonino e da una serie di tag disposti nell'ambiente da rendere accessibile.

Può essere utilizzato sia scansionando tenendolo in mano sia inserito in una speciale custodia da tenere al collo. Quindi, in pratica, appena un tag viene inquadrato dal telefono con l'all BlindTag Scanner in esecuzione, sentiremo "Cancello, a 7 metri" e sapremo istantaneamente direzione e distanza.

I BlindTag sono una variazione ottimizzata dei QR code, progettati per essere decodificati a metri di distanza. Possono essere di varie dimensioni, solitamente, 5cm, 10cm e 17cm. Un tag da 17cm, può essere letto da 8-12 metri. Sono stampati in 3D per una migliore estetica ed essere di lunga durata.

Al momento che viene visto un tag, una voce ne dirà il contenuto, ad esempio "zona bar, bagni, bagno disabili, bancomat, camera 123, cancello...".

Un'altra caratteristica molto importante è il fatto di poter contenere un dettaglio ulteriore, una descrizione dettagliata, che può essere ascoltata a richiesta, come la descrizione di cosa e dove aspettarsi di trovare letto e bagno una volta entrati in una stanza o le istruzioni di comportamento in caso di emergenza.

Per chi ha un telefono dotato di intelligenza artificiale, si può anche fare un tap sul display per avere indicazioni su ciò che viene catturato dalla fotocamera, Ad esempio "semaforo, strisce pedonali, panchina"...

 

È un progetto nato e sviluppato dal basso, quindi il sistema è efficace ed economico. Sviluppato con il team di non vedenti, di seguito (in ordine di entrata nel team): Roberto Gozzani (ideatore e realizzatore, unico vedente), Giovanni Ettori (ideatore), Gianluca Casalino (sviluppatore dell'app), Gianni Canzolle, Gaetano Marchetto.

 

Per controllare se c'e' qualche dispositivo che potrebbe risolvervi qualche problema, andare su TecnoCreazioni.it

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il nostro codice fiscale è

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